WhatsApp a pagamento (API) allarga la finestra a giugno 2023. Sulle ADS passa da 24 a 72 ore

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WhatsApp a pagamento. Ne hai sentito parlare? Si tratta della versione evoluta della celeberrima App di messaggistica, ovvero WhatsApp in modalità API.

In questo articolo intendo rivolgermi a chi usa (o sta valutando) proprio questa versione di WhatsApp e, al tempo stesso, intende svolgere Campagne di Advertising su Meta basate su interazioni con WhatsApp. A partire dal 1 giugno 2023 la “finestra di conversazione” all’interno della quale poter chattare gratuitamente coi propri clienti che interagiranno su WhatsApp ad ADS sponosorizzate si è allargata, passando da 24 a 72 ore.

Partiamo dal Principio: cos’è WhatsApp con API

Quello con API ufficiali è un utilizzo di WhatsApp piuttosto differente da quello che si fa solitamente sul telefonino attraverso WhatsApp Messenger (il cosiddetto WhatsApp “normale”) o WhatsApp Business. Si tratta di una soluzione che WhatsApp ha messo a punto pensando soprattutto ai business di taglio medio/grande, che gestiscono liste di decine di migliaia di clienti e/o necessitano di integrare WhatsApp alle proprie risorse digitali.

  • Per poter utilizzare un numero su WhatsApp API occorre “spostarlo” dal telefono ad una dashboard offerta da una sorta di “azienda ponte” detta BSP (Business Services Provider) di WhatsApp.
  • In secondo luogo bisogna entrare nell’ordine di idee di pagare per chattare: questa versione di WhatsApp non consente più agli utenti di inviare messaggi gratuitamente.
  • Infine, occorre sapere che gli invii dei messaggi non sono più “liberi” ma si possono inviare solo dei messaggi cosiddetti template, ovvero che sono stati preparati e sottoposti all’approvazione di WhatsApp.

Queste caratteristiche possono spiazzare chi è abituato ad usare WhatsApp normale o anche la versione Business, ma sono bilanciate da importanti vantaggi: WhatsApp con API è un sistema ufficiale, notevolmente stabile, con la possibilità di gestire volumi ingenti di conversazioni smistandole tra più “agenti”, oltre alla possibilità di disporre di funzionalità esclusive come chatbot, integrazioni ad altre risorse digitali ed i “pulsanti” interni alla chat per sollecitare con maggior efficacia le reazioni degli utenti.

Per approfondire pro e contro di WhatsApp con API ti invito ad approfondire questo tema nell’articolo che ho scritto sull’argomento o guardando il video qui sotto 👇

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WhatsApp a Pagamento. Quanto costa?

Il modello di business di WhatsApp API solitamente prevede che l’azienda che si dota di WhatsApp API versi un importo (mensile o annuale) per l’utilizzo della piattaforma di interfaccia offerta dal BSP, oltre ad un costo basato sul numero di conversazioni gestite dalla piattaforma.

In sintesi i costi di WhatsApp con API possono essere di tre tipi:

  • Attivazione dell’account sul BSP
  • Costo ricorrente per l’utilizzo della piattaforma BSP
  • Costo unitario delle conversazioni

Attualmente sono alcune decine i BSP, ovvero le società riconosciute e autorizzate ufficialmente da WhatsApp che consentono di gestire la messaggistica dell’applicazione con un sistema assolutamente stabile e affidabile. Forse nelle tue navigazioni quotidiane sei incappato in nomi come Spoki, Messenger People, Charles, InfoBip, Wati, Twilio, MessageBird, Callbell, Landbot, Manychat… e molti altri. Sono tutti Provider BSP che propongono le rispettive dashboard per poter utilizzare WhatsApp con API.

Ciascuno di questi BSP ha un modello di pricing a sè stante e dashboard con specifiche caratteristiche. Non tutti fanno pagare un costo di attivazione. Altri invece non prevedono costi ricorrenti. Altri ancora offrono pacchetti di conversazioni prepagati… Insomma per comprendere con precisione le future spese occorre un’analisi dettagliata di ciascun piano tariffario.

Cosa sono una Conversazione e una “finestra” per WhatsApp a pagamento

Chiarito cos’è WhatsApp API, e che si tratta di una modalità di utilizzo a pagamento, è importante comprendere che il costo di invio unitario che occorre pagare non fa riferimento al singolo messaggio bensì ad una conversazione.

Una conversazione – del resto lo dice la parola – è una circostanza in cui un’azienda e, tipicamente, un suo cliente, entrano in contatto su WhatsApp dando vita ad uno scambio di messaggi.

L’azienda scrive su WhatsApp attraverso WhatsApp API ad un cliente inviandogli un template message e il cliente risposte? Conversazione (e relativa “finestra”) aperta.

Il cliente scrive su WhatsApp all’azienda e l’azienda risponde? Conversazione (e relativa “finestra”) aperta.

Le finestre di conversazione su WhatsApp API consentono alle aziende di chattare “liberamente” (e senza addebiti) coi propri clienti entro un periodo di 24 ore dall’ultima interazione generata dal cliente.

Trascorse le 24 ore dall’ultima interazione dell’utente con l’azienda, la finestra di conversazione si chiude e l’azienda non può più scrivere all’utente, se non utilizzando template message pre-approvati da WhatsApp (a pagamento) o in risposta ad una nuova interazione generata dal cliente.

È importante notare che le finestre di conversazione, oggi di 24 ore, si applichino solo alle conversazioni iniziate dagli utenti e non alle conversazioni iniziate dalle aziende. In altre parole, se un’azienda invia pro-attivamente un template message a pagamento ma l’utente destinatario non reagisce interagendo e “aprendo” un dialogo, la conversazione non può dirsi aperta e di fatto non vi è “finestra”.

Dal 1 giugno 2023 la finestra diventa di 72 ore per le interazioni provenienti da ADS Meta

Il lasso di tempo in cui vi è libertà di chat tra azienda e cliente è oggi di 24 ore. La novità è che dal 1 giugno 2023 è stata estesa a 72 ore nel caso in cui la conversazione scaturisca da una reazione ad una ADS pubblicitaria su Meta (Facebook / Instragram). Se contattata da un cliente tramite una “sponsorizzata”, l’azienda che si avvale di WhatsApp in modalità API avrà la possibilità di “stare in linea” su WhatsApp coi propri clienti con maggior libertà d’azione, soprattutto in termini temporali.

Inserzione con conversazione WhatsApp

Questa novità è stata particolarmente apprezzata dalle realtà – la maggior parte – che non presidiano le chat in entrata su WhatsApp API nei giorni festivi. Oggi, se un cliente interagisce con una AD alle 10:00 del sabato mattina, l’azienda che prende visione del messaggio lunedì mattina (quindi ben oltre le 24 ore di “finestra”) non riesce tecnicamente a poter rispondere su WhatsApp al cliente.

Dopo questa novità delle 72 ore, la situazione sopra illustrata vedrà l’azienda in grado di rispondere al cliente utilizzando tranquillamente WhatsApp Business API… ben oltre il termine del weekend.